L'ultimo Leonardo by Pierluigi Panza

autore:Pierluigi Panza
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851166830
editore: De Agostini Libri
pubblicato: 2018-08-20T16:00:00+00:00

Sono appropriazioni che diventeranno consuetudine grazie a due documenti firmati da Otto Kümmel, direttore generale dei musei tedeschi, datati 18 settembre 1940 e 20 gennaio 1941, scritti su ordine di Goebbels: i musei e le collezioni francesi, come quelli di altri paesi, dovranno essere messi a disposizione per permettere ai tedeschi di prelevare alcune opere come compensazione per oggetti d’arte non più ritrovati. Il riferimento è alle campagne napoleoniche. Hitler rifà quello che Napoleone aveva fatto, e Wellington pure. L’arte è un bottino.

C’è molta preoccupazione per i tesori di Doughty House, c’è il timore che possano essere inghiottiti dal conflitto. Dopo che il 22 giugno la Francia aveva firmato l’armistizio, Hitler aveva immediatamente pensato all’invasione del Regno Unito. Ed erano iniziati bombardamenti per abbattere le imbarcazioni britanniche nel canale della Manica e indebolire il sud dell’Inghilterra. Dalle città della Gran Bretagna erano state fatte evacuare quasi tre milioni di persone, soprattutto studenti con i loro professori. Anche a Doughty House la felicità dei servizi da tè è un ricordo; la vita ribolle di minacce. «Hanno quel bombardiere da picchiata che chiamano stuka…» La preoccupazione è che la terribile verga di metallo si abbatta, prima o poi, anche nella zona di Richmond e colpisca Doughty House.

Il 7 settembre del 1940 la Luftwaffe colpisce per la prima volta Londra nella zona dei Surrey Docks.

Anche Doughty House viene colpita. Appena si riemerge dalla polvere la servitù è al lavoro, con l’esercito e i volontari, per spazzare le macerie. Molte opere erano già state messe nelle casse, ma è chiaro che lì non sono più al sicuro. Apollo è scacciato da Marte, il corteo della bellezza dalla forza. Si fa l’inventario dei danni. «Bisogna salvare le opere.» Sanno che nel luglio del ’40 i nazisti hanno creato un gruppo d’azione col compito di confiscare il materiale culturale nei paesi occupati.

I Cook hanno una soluzione. Possiedono una residenza sull’isola di Jersey che, è vero, guarda la Manica, ma è meno significativa per la Luftwaffe. Ben protette in grandi casse rinforzate, completamente ricoperte di sacchi di sabbia, le opere possono stare nelle cantine di Jersey. Si tratta di selezionare quali trasportare dell’immenso patrimonio che Sir Francis Cook aveva messo insieme con la ricchezza di un califfo. Ecco rientrare allora in scena il corteo carnevalesco dei critici d’arte che, come fauni onnipotenti selezionano l’abbondanza contenuta nei forzieri: un Van Eyck, un sarcofago trasformato in fontana, una cornice barocca… Nella scelta, l’ultima parola spetta a Sir Herbert. Il Salvator Mundi, ritenuto di scuola di Luini o Boltraffio, è poco considerato e viene probabilmente lasciato nel seminterrato.

Si organizza lo spostamento, lottando contro la furia degli elementi: il timore di un bombardamento in corso d’opera o durante il tragitto. Doughty, la Versailles di Richmond, viene in parte svuotata e le finestre protette con pesanti assi di legno inchiodate. Il corteo delle casse parte sui convogli. La vita incombe sull’arte. Ora si attende la notte dagli scoppi lampeggianti…

Finita la guerra, nelle signorili dimore di Londra si festeggia e si inneggia al salvatore Winston Churchill.

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